Titolo: Climate Change and Migration: Policy Framework, Gaps and needs
Autore: Ilaria Mereni
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Parole chiave: climate change, migration, Policy framework, Kampala
Abstract:
Nel corso degli anni il fenomeno migratorio è mutato in significativo fino a diventare uno dei temi più discussi negli studi e nei dibattiti a livello internazionale. Lo studio si propone di sviscerare e analizzare il fenomeno degli spostamenti legati ai cambiamenti climatici e agli eventi ambientali, nonché il contesto normativo che lo circonda, con particolare riferimento alla regione dell’Africa Sub-Sahariana.
L’elaborato offre una panoramica sul fenomeno migratorio per poi soffermarsi sul tema delle migrazioni interne che, nonostante lo scarso interesse politico e mediatico, sono numericamente le più consistenti. Nelle regioni in via di sviluppo, e in particolare nella regione dell’Africa Sub-Sahariana, la migrazione rurale-urbana è la principale forma di migrazione ed è spesso legata a esigenze agricole stagionali, guerra, instabilità politica e shock ambientali.
Prendendo atto che ogni anno, a livello globale, è sempre più alto il numero di persone che si muovono in risposta a stress ambientali, la seconda parte del lavoro è dedicata all’analisi del nesso che intercorre tra cambiamenti climatici e migrazione. Disastri come cicloni, inondazioni e incendi distruggono case e beni, contribuendo così allo sfollamento delle persone. Oltre a ciò i processi a lenta insorgenza – come l’innalzamento del livello del mare e la siccità – contribuiscono alle pressioni sui mezzi di sussistenza e sull’accesso al cibo e all’acqua, influenzando così la decisione di spostarsi per cercare condizioni di vita più sostenibili. Tuttavia, pare difficile trovare una chiara correlazione causa-effetto tra i due fenomeni. In questo caso, infatti, si parla di una relazione indiretta, mediata da altri fattori strutturali e individuali che possono determinare l’eventualità e la direzione del percorso migratorio e influenzarne gli esiti.
In ogni caso, il crescente numero di casi documentati di sfollamento e migrazione a causa di eventi climatici non lascia dubbi sul fatto che le condizioni climatiche siano attualmente un driver della migrazione e che lo saranno sempre di più nei prossimi anni. Per questo motivo, la relazione tra cambiamenti climatici e migrazione ha acquisito una crescente visibilità nell’agenda politica e la terza parte della ricerca si focalizza sul quadro normativo esistente legato a tale fenomeno. Ciò che emerge è che, purtroppo, ad oggi siamo ancora in presenza di una governance internazionale frammentata e inadatta ad affrontare in modo strategico la migrazione climatica. Nonostante siano stati sviluppati accordi, raccomandazioni e progetti volti a fronteggiare e regolare la migrazione ambientale, la maggior parte di queste iniziative non è vincolante e i principi politici individuati devono ancora essere tradotti sul campo a livello nazionale e locale. Alcuni paesi hanno già sviluppato politiche e quadri nazionali che cercano di affrontare le sfide legate agli impatti negativi dei cambiamenti climatici sulla migrazione. Per questo motivo, è importante che i decisori politici lavorino per creare una governance, quadri e misure specifici per prevenire e gestire gli spostamenti dovuti ai cambiamenti climatici. Prima di tutto, dovrebbero intensificare gli sforzi per affrontare la causa primaria, e quindi il cambiamento ambientale e le sue conseguenze. Inoltre, dovrebbero formulare soluzioni a lungo termine per aiutare coloro che potrebbero diventare sfollati, coloro che si stanno già spostando, coloro che rimangono indietro e coloro che ospitano i nuovi arrivati. A tal proposito, lo studio evidenzia alcune azioni che dovrebbero essere adottate al fine di regolare e gestire in maniera efficace il fenomeno.
In conclusione, lo studio riporta interviste con esperti che lavorano per organizzazioni che operano nel campo della migrazione come: Roberto Sensi, ActionAid Italia, con il quale è stato possibile riflettere sul concetto di migrazione e adattamento ai cambiamenti climatici; Cristina Rapone, FAO, con cui è stato possibile analizzare il legame tra migrazione, agricoltura, sviluppo rurale e cambiamenti climatici; Mauro Martini, IFAD, con cui è stato possibile esaminare il ruolo delle rimesse e come la Presidenza italiana del G20 ha reiterato il suo impegno su questo tema.